Dagli anni ‘80 ad oggi una Castelvetrano peggiorata. Il ricordo di un concittadino

E’ una strana coincidenza che un altro meraviglioso simbolo di Castelvetrano “L’arcu di la Mmaculata” sia pericolante tanto che è stato transennato dai vigili del fuoco e la storica arteria via Garibaldi chiusa al traffico veicolare. Sul fatto che il centro storico di Castelvetrano stia letteralmente cadendo a pezzi l’ho scritto negli anni della giovinezza, quando ero corrispondente del Giornale di Sicilia, lo scrivo purtroppo nella maturità che va verso la vecchiaia. Le inchieste e le campagne di sensibilizzazione degli anni 80 e 90 sono servite per riempire pagine di giornali, come adesso servono per riempire i vuoti dei social.

Alla Castelvetrano dei mafiosi, degli abusivi, degli evasori fiscali, patria di boss, delinquenti di ogni genere ed unico bubbone della crosta terrestre si aggiunge oggi la Castelvetrano dei crolli, della fatiscenza, del degrado ambientale, civile e sociale.

Mi piange il cuore nel vedere la mia città ridotta in queste condizioni, prima sommersa da montagne di rifiuti, ora ricettacolo di malfattori, microcriminali, scippatori, spacciatori, ladri.

Nel rapportarmi con alcuni vecchi colleghi fiorentini, sentivo il loro disagio nell’esprimere la gioia dell’incontro. “Pietro ci dispiace che Castelvetrano sia caduta tanto in basso”, mi dicevano dopo gli abbracci mediatici, nel ricordo indelebile di un loro tour siciliano partito, quasi mezzo secolo fa da Castelvetrano.

Furono abbagliati dalle bellezze di Selinunte, dal trenino a scartamento ridotto, dalla visione estatica di Eraclea Minoa, di Agrigento, di Palermo, di Trapani, di Marsala, dello Stagnone, di Mozia, di Scopello, di Erice.

Quanti rimpianti nella nostra rimpatriata mediatica, quanta nostalgia nel mio cuore al ricordo degli anni giovanili vissuti in una Castelvetrano non certo trascendentale ma sicuramente molto più bella ed a misura d’uomo di quanto non lo sia adesso.

di Pietro Errante