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Castelvetrano, riflessioni di un libero cittadino sullo stato della sua città

Antonio Colaci Castelvetrano 1

Sociale

Castelvetrano, riflessioni di un libero cittadino sullo stato della sua città

Si fa fatica ad elencare i problemi che assillano l’intera cittadinanza di Castelvetrano; certamente la gran parte di essi sono dovuti ad anni ed anni di “non idonee valutazioni sulle priorità negli interventi da parte della pubblica amministrazione”, direbbe uno dei Santi di cui si festeggia la ricorrenza. Gli inquirenti la pensano diversamente sulle cause che hanno portato la città alle sue attuali condizioni e parlano di “infiltrazioni mafiose” e quant’altro annesso. Ma indagare e denunziare è compito loro; ciò che è consentito fare al “libero cittadino” (che abbia sensibilità e voglia di farlo) è un’onesta disamina delle effettive conseguenze sulle condizioni di qualità della vita che derivano dalle azioni che hanno origine nel Palazzo Pignatelli, pre o post commissariamento, senza grandi differenze.

Non vi sono dubbi sul fatto che la Commissione Straordinaria abbia dovuto affrontare quei problemi senza risorse finanziarie e con una classe burocratica tutta da riformare, in molti casi da rimandare a scuola per riprendere dall’abc ad imparare come si possa ricoprire un ruolo da cui dipende la quotidianità di migliaia di abitanti, dall’usciere al dirigente, dal vigile urbano al suo comandante.

Ma a parere di molti cittadini castelvetranesi (quelli che hanno il vezzo di ragionare sulle cose e non parlare per partito preso) non vi sono altrettanti dubbi che molte delle problematiche della Città sarebbero risolvibili in un solo, semplice modo: il rispetto delle più banali regole del vivere civile. Sono anni che mi guardo intorno, che valuto le conseguenze della mancanza di rispetto per le regole e per il proprio prossimo. Che segnalo questa mancanza di attenzione a soluzioni proposte sempre in maniera costruttiva, senza spirito polemico, soluzioni a piccoli problemi che sono in grado di creare grandi disagi, soluzioni che non costano un centesimo dei tanti milioni che mancano alle disponibilità finanziarie della pubblica amministrazione che, se ci fossero, sarebbero da destinare a risolvere problemi strutturali o di ben altra gravità.

A Castelvetrano tra la viabilità priva di alcun controllo (spesso non regolata nemmeno dai semafori), buche che spaccano le gomme delle auto, immondizia non raccolta nonostante la buona volontà di molti cittadini nel fare regolarmente la differenziata, e tanti altri motivi di disagio, uscire in strada significa perdere il buonumore e la fiducia che qualcosa possa cambiare e restituire fiducia agli abitanti.

Ma il cambiamento spesso è dietro l’angolo, è alla portata anche di istituzioni e dipende solo dalla volontà, come dicevo, di attuare il rispetto delle regole. Oppure dal dovere di manifestare la propria autorità nell’impedire atteggiamenti ed azioni contrarie ai diritti della comunità.

Per chi abita in Via Marconi uscire per strada significa scontrarsi tutti i giorni con gli effetti della grettezza e della arroganza, manifestata da abitanti che ignorano totalmente il significato di senso civico o di rispetto del bene comune.
Sarò ripetitivo, perché quanto sto per trattare riguarda situazioni che perdurano da tanto tempo, tante volte segnalate ed altrettante volte ignorate dalle istituzioni o da chi ha il dovere di fare rispettare le leggi.
Diversi anni fa una casa antica, in cui erano presenti anche delle strutture architettoniche assolutamente da preservare, è stata rasa al suolo. Al suo posto risulta un vuoto indecoroso e fili penzolanti. Ho segnalato tante volte la situazione di degrado creata dal proprietario che ha lasciato, al posto della casa antica, una recinzione fatta di vecchie lamiere ed uno sterrato diventato l’immondezzaio della via. La semplicissima soluzione più volte suggerita sarebbe quella di un muro di contenimento, molto più decoroso delle indecenti lamiere.
Più avanti un disagio ancora maggiore per tutta la cittadinanza: un’opera pubblica destinata a parcheggio e varie fruizioni, il cui restauro è costato 2 milioni di euro, viene impedita all’uso dalla chiusura del portone di ingresso. Sulla questione si è aperta una contesa legale a causa della quale l’amministrazione comunale non riesce a far valere le sue ragioni. Sembra che sia in cantiere un’ordinanza di riapertura del portone sulla quale è stato anche espresso un parere legale; ma l’ordinanza è in gestazione da mesi e nel frattempo i disagi continuano per i residenti e per tutti coloro che trovavano nella comodità del parcheggio la possibilità di frequentare il Centro Storico.
Fervono già i preparativi per le prossime elezioni; cambi di casacca e nuove coalizioni sono all’ordine del giorno.
Ma avranno i nuovi e vecchi rappresentanti della politica locale la voglia di farsi valere? Di
premiare chi merita e di mandare a casa chi non svolge con minimo impegno il suo lavoro? Riusciranno i nuovi amministratori a determinare l’inversione di tendenza necessaria perché Castelvetrano possa risalire la china dallo stato di degrado in cui è crollata?
C’è solo da sperare che l’ambizione dei candidati corrisponda anche alla loro voglia di lavorare onestamente per il bene comune, che la politica dei prossimi amministratori non abbia più ad avere a che fare con speculazioni o interessi privati. Che si possa votare persone che non abbiano bisogno di fare il consigliere comunale per tirare a campare. Perché se così fosse “tirerebbe a campare” tutta l’intera città, così come sta facendo da fin troppo tempo.

Antonio Colaci

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