A Castelvetrano non cambia niente, cittadini rassegnati al degrado

In venti anni questa città è degradata ad un livello di invivibilità pari a quello di certe periferie metropolitane in cui i cittadini si sono rassegnati al degrado e non hanno più forza e voglia di reagire.

A Castelvetrano sembra ci sia l’incapacità di intervenire anche sulle problematiche più facilmente risolvibili, quei piccoli disagi che non comporterebbero chissà quali investimenti. Un semaforo che non funziona, con la viabilità già così problematica, è un problema piccolo che causa disagi molto grandi. Il fatto che non si veda mai nelle strade un solo vigile urbano impegnato a snellire il traffico o a reprimere la cattiva abitudine di lasciare sacchetti di immondizia dovunque capiti o a controllare il lavoro dei netturbini; il fatto che tanti immobili totalmente irrecuperabili non siano oggetto di demolizione e di delimitazione con decorosi muri di cinta.

La cattiva stampa che ci dà sempre addosso non produce nemmeno l’effetto di un minimo scatto d’orgoglio che dovrebbe coinvolgere tutti i castelvetranesi, compresi i commissari che per il periodo di durata dell’incarico dovrebbero sentirsi castelvetranesi anche loro. Troppe lamentele e nessun risultato dovrebbero indurre a cambiare strategia e determinare un coinvolgimento della popolazione con strumenti che prevedano la premiazione dei comportamenti virtuosi e la seria reprimenda dei comportamenti incivili.

Anche in Sicilia tutto ciò è stato fatto e ci sono Comuni riconosciuti tra i più virtuosi d’Italia. E non è una questione solo di buona volontà; prima di tutto è necessaria la capacità, il senso dell’organizzazione del lavoro proprio e di quelli dei propri collaboratori.
Milton Friedman diceva che si producono gravi disagi alla società quando paghi gente che non lavora e fai gravare tutto sulla gente che lavora, tasse comprese.

Antonio Colaci