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Anche a Castelvetrano, il progetto “Un mondo a Colori” del Club per l’UNESCO

Anche a Castelvetrano, il progetto “Un mondo a Colori” del Club per l’UNESCO

Sociale

Anche a Castelvetrano, il progetto “Un mondo a Colori” del Club per l’UNESCO

Si respirava un profumo di pulito ieri mattina nell’aula magna dell’Istituto Tecnico G. B. Ferrigno.

I tanti giovani studenti ed i piccoli del Coro “DO RE MI” partecipavano, soprattutto loro, protagonisti del futuro del bellissimo territorio belicino, al lancio del progetto che coinvolgerà tanti studenti e scolaresche di Castelvetrano nello svolgimento di un tema, la raccolta, il riciclo ed il riuso della plastica, caro al Club per l’UNESCO di Castelvetrano.

Dopo il saluto della Dottoressa Caterina Buffa, Dirigente Scolastico, e l’intervento di altre dirigenti degli istituti e delle scuole locali, insegnanti ed officers di Club service, il Presidente del Club Castelvetranese, Dott. Nicola Miceli, ha illustrato le peculiarità di un progetto che impegnerà centinaia di giovani nella sensibilizzazione al tema della costruzione di un futuro in cui il mondo sia alleggerito dal peso enorme della fonte più grave di inquinamento dell’ambiente: la plastica. 310 milioni di tonnellate di plastica prodotta all’anno significano circa 41 chili di materiale inquinante per ogni abitante del pianeta. La plastica è un prodotto con un peso specifico leggerissimo; si immagini cosa vogliono dire in volume 41 chili, quanta terra che con la plastica muore, diventa inerte, quanto spazio vitale perdono flora, fauna ed esseri umani.

Le correnti oceaniche trasportano tutta la plastica che finisce in mare verso un immenso spazio dell’oceano pacifico, dove si è formata un’isola di 1 milione e mezzo di chilometri quadrati, una superficie grande quanto 5 volte tutta l’Italia.

Nel 2050 nei mari ci sarà più plastica che pesci, molti dei quali sono già condannati all’estinzione perché costretti a cibarsi della plastica deteriorata e presente in minute particelle in tutto il mondo acquatico.
Per fortuna, anche nella Città che si trova in fondo alla classifica provinciale per ciò che riguarda la raccolta differenziata dei rifiuti, sull’orlo del dissesto finanziario del Comune, degradata come non è stata mai, grazie ad attività sociali come quella di ieri si intravede un barlume di speranza. Si dovrebbe finalmente poter dichiarare che il fondo è stato raggiunto e che la comunità castelvetranese, ed i tanti giovani studenti che arrivano in città dai paesi limitrofi, prendono coscienza del fatto che, con il contributo di tutti e con il controllo assiduo sul rispetto delle regole del vivere civile, si possa invertire l’attuale tendenza negativa.
Come dicevamo, si respirava aria di pulito al Ferrigno; era evidente l’impegno di chi ha creduto che l’incontro di ieri potesse rappresentare per i giovani abitanti di Castelvetrano e del territorio belicino l’inizio di un modo diverso di considerare la pulizia dell’ambiente, la possibilità di seminare nelle famiglie, attraverso loro, una coscienza civica senza la quale lo sforzo delle istituzioni risulta vano.

Ma le istituzioni non erano presenti, forse impegnate a cercare di capire come salvare ancora il salvabile di questa povera Castelvetrano; erano assenti tutti gli organi preposti alla tutela dell’ambiente; non hanno potuto ascoltare le parole accorate di chi ha cercato di infondere ai ragazzi presenti la speranza che la loro attenzione e la cura nella sana gestione dei rifiuti di plastica possa assicurare un mondo migliore di quello che abbiamo così scientemente guastato.

A carico di chi ha assunto l’impegno per l’organizzazione e l’esecuzione del progetto “un mondo a colori” lo sforzo maggiore sarà quello di diffondere l’idea che la ripresa della legalità a Castelvetrano passa anche attraverso il ripristino di una migliore qualità della vita e che, nonostante la mancanza di risorse finanziarie, con una maggiore partecipazione di tutti la situazione possa migliorare a vantaggio dell’intera comunità.

Antonio Colaci

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