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Ospedale Castelvetrano: “La verità non guasterebbe”

Petizione e raccolta firme per salvare l'Ospedale e cambio nome da "Vittorio Emanuele II" a "Valle del Belice"

Sociale

Ospedale Castelvetrano: “La verità non guasterebbe”

COMITATO CIVICO ORGOGLIO CASTELVETRANESE
#GIULEMANIDALLOSPEDALE

LETTERA APERTA SULLA VICENDA OSPEDALE “VALLE DEL BELÌCE”.
“LA VERITA’ NON GUASTEREBBE”

E’ come se ai castelvetranesi puoi propinare di tutto e il contrario di tutto.
Appare esercizio illogico e pericoloso, la presa di posizione di chi, prima arringa le folle del web e non solo, e persino un Comitato civico (unica novità dello stantio e sonnolento panorama sociale castelvetranese) a combattere contro i mostri che vogliono distruggere il nostro ospedale, per poi plaudire al suo immaginario salvataggio, accaparrandosi meriti inesistenti e mai acquisiti sul campo.

La riflessione di chi sul campo c’è sceso davvero per difendere il proprio ospedale è amara.
Il vice presidente del Comitato civico “Orgoglio castelvetranese”, costituito da quei cittadini liberi che hanno organizzato il corteo del 16 giugno 2018 #SONOCASTELVETRANESENONSONOMAFIOSO, osteggiato da tantissimi “interessati”, ma condiviso dalla popolazione castelvetranese, è stato convocato dalla VI Commissione sanità della Regione siciliana e ha rappresentato i castelvetranesi e quel Comitato civico che vuole orgogliosamente riconquistare la dignità dei cittadini.
Quindi, mentre a loro dire, tantissimi silenti personaggi agivano nelle stanze buie del potere politico nostrano o frequentavano i corridoi polverosi di palazzo dei Normanni, personaggi che solo recentemente intendono salire su un carro (qualunque esso sia), “Orgoglio castelvetranese” si trovava ufficialmente all’interno dell’aula della VI commissione provando a invertire l’orientamento già precostituito del potere politico.

La sensibilità e la grande disponibilità di una persona per bene, la sua grande apertura alle istanze della gente del Belìce incarnate dal Comitato civico e dai sindaci, la dolce sua fermezza nell’imporre una discussione di approfondimento nella commissione parlamentare da lei presieduta, la sua promessa mantenuta di un rinvio del voto e della possibilità di una modifica del piano territoriale sanitario di Ruggero Razza, pone la Presidente Margherita La Rocca Ruvolo come politico illuminato che ha offerto una possibilità alla popolazione belicina, che ella stessa rappresenta rivestendo anche la carica di sindaco di Montevago, oltre che di parlamentare regionale dal piglio ragionevole e comprensivo.
Ci chiediamo, d’altro canto, come può l’assessore Razza pensare di migliorare l’offerta sanitaria territoriale smembrando un ospedale costato 75 miliardi di lire, posto al centro di un territorio così ampio e difficoltoso geograficamente come l’intera Valle del Belìce e costruito a seguito del terribile sisma del 1968, per dare assistenza sanitaria a circa 100.000 abitanti di un territorio a vocazione e pericolo sismico incombente?
Se uno dei principali compiti dell’Assessore alla salute è quello di migliorare l’offerta sanitaria del territorio siciliano, l’assessore Razza ha clamorosamente fallito il suo compito, favorendo di fatto altri territori a discapito di quello del Belìce.
La cosa che ci ha colpito di più dell’esercizio del potere assessoriale è la circostanza della reverente accondiscendenza al potere politico governativo e ciò nonostante molti componenti della VI Commissione si siano schierati con noi e con la gente del Belìce, come il parlamentare di Forza Italia e quello in forza 5 Stelle.
Abbiamo percepito chiaramente il disagio di quelle persone che nonostante si rendessero pienamente conto della ragionevolezza e del buon senso delle argomentazioni del Comitato civico e dei sindaci convocati in audizione, manifestavano l’impossibilità politica a far eccessiva “breccia” nella tetragona superbia del potere politico governativo, nonostante avessero il merito di aprire una discussione democratica che avrebbe dato modo di costringere l’assessore Razza a una parziale modifica del suo piano, ma non a un ravvedimento doveroso della parte distruttiva del Presidio del Belìce.

Vi possiamo assicurare che i sindaci di Partanna, Santa Ninfa, Gibellina, Poggioreale, Campobello e poi anche di Salemi e di Salaparuta hanno messo in campo tutto il loro peso territoriale e politico nell’interesse della propria gente.
Così come possiamo assicurare che in assenza dei Commissari Straordinari del Comune di Castelvetrano, la voce dei cittadini castelvetranesi è stata incarnata dal Comitato Orgoglio castelvetranese che, attraverso il suo vice presidente, con una vera e propria arringa difensiva del nostro ospedale durata quasi venti minuti rimasta verbalizzata agli atti della VI Commissione “Sanità” della Regione Siciliana, ha combattuto per il Belìce.

Scriviamo oggi sulla partita ancora aperta per il nostro ospedale, poiché l’insensibile potere politico governativo ha lasciato immutato il suo obiettivo distruttivo, almeno del nostro territorio e nonostante il buon senso delle nostre osservazioni e richieste.
Dall’alto del potere politico, nel piano modificato grazie alla nostra forte presa di posizione, si sono degnati di darci qualche briciola che limita i danni, ma che non risolve la principale problematica del sistematico declassamento e svuotamento che subirà ancora una volta il nostro Presidio ospedaliero.
Certo, ed è questo lo strano modo di interpretare la politica regionale, rispetto al primo piano Razza, il riordino sanitario con modifiche, elemosina e concede qualcosina all’ospedale castelvetranese, ma rispetto a ciò che -in atto- è a regime sanitario, la capacità demolitoria di un piano di riordino territoriale sanitario nei confronti dell’Ospedale Valle del Belìce, è pienamente perpetrato nonostante le modifiche.
Perché l’originario piano di riordino territoriale colpisce così duramente l’attuale realtà sanitaria del Presidio ospedaliero che con i suoi reparti e i suoi spazi ha ospitato egregiamente l’intero ospedale “Abele Aiello” di Mazara per anni?
E perché mai, adesso il nuovo piano di riordino intende fagocitare e depredare l’ospedale della Valle del Belìce?
Nella provincia di Trapani è l’unico ospedale che perde posti letto (da 130 dell’attuale condizione, il piano Razza ne voleva eliminare ben 44, con la modifica ottenuta dai sindaci del Belìce viene limitato inutilmente il danno e mantenuti 116 posti letto) e quindi sotto il limite del parametro imposto dal Decreto Balduzzi che prevede 120 posti letto per un ospedale di base come quello di Castelvetrano.
Ciò forse vorrà dire che a dicembre prossimo, con il Decreto Balduzzi a regime normativo, l’ospedale di Castelvetrano non avrà le carte in regola e verrà ulteriormente smembrato a favore dei DEA di primo livello viciniori?
Intanto la terapia intensiva (rianimazione) se ne va e si porta via anche la dialisi.
Ce lo diranno i posteri quel che accadrà al nostro nosocomio, visto che questo contentino di modifica del piano distruttivo di Razza, non assolve all’obbligo assessoriale di migliorare l’offerta sanitaria del Belìce.
Quindi la “carcassa” di una struttura che occupa 40.000 mq di area comunale, con ampi parcheggi e servizi indispensabili come una pista di elisoccorso interna all’area ospedaliera che funziona anche con decolli notturni, non basterà.
Una costruzione avveniristica progettata dall’arch. Monaco di ben 17.000 mq distribuiti in cinque piani, non basterà.
Una ristrutturazione della vecchia struttura ospedaliera annessa alla nuova, costata 2 milioni e 171 mila euro, non basterà.
Non basta neppure mostrare il buon senso delle argomentazioni difensive, perché non è come afferma il provvedimento Razza che sulla A29, da Castelvetrano a Mazara del Vallo si può percorrere il tragitto in appena 9 minuti (probabilmente con un razzo).
E comunque, tanto per precisare i danni che produce il piano modificato dell’assessore Razza in concreto, si perde la TERAPIA INTENSIVA o anestesia e rianimazione che serve a Mazara per divenire DEA di 1° livello e quindi perché non depredare Castelvetrano anche della dialisi?
Per non parlare della illogicità del piano che prevede tre DEA di 1° livello in un fazzoletto di terra costiera di una sessantina di chilometri fra Trapani, Marsala e Mazara del Vallo e poi defunzionalizzare una intera rete ospedaliera dell’entroterra, lasciando il deserto sanitario da Mazara del Vallo sino a Partinico, destinando Castelvetrano a una struttura “fantasma”.
Vediamo, infatti, che da 9 reparti a struttura complessa più il Pronto Soccorso che possiede attualmente l’ospedale di Castelvetrano, passano a strutture semplici:
• Chirurgia generale passa a dipartimentale;
• Ortopedia, semplice;
• Ostetricia e ginecologia, semplice;
• Neurologia, semplice;
• Oculistica, semplice;
• Geriatria semplice;
• Reumatologia semplice
• Terapia intensiva (sala rianimazione) sparisce insieme alla dialisi (favorendo la sanità privata con clinica);
• Oncologia sparisce;
• Anatomia patologica sparisce.
Risultato unico del miglioramento dei servizi sanitari del piano di riordino Razza, è quello che i reparti a struttura complessa (reparti autonomi con un proprio primario) rimangono solo in tre:
• Pronto soccorso;
• Medicina generale mantenuta struttura complessa;
• Cardiologia mantenuta struttura complessa.
Questo sarebbe il grande successo di chi ha lavorato nell’ombra delle stanze della politica o di quelli che sono rimasti inerti e che vorrebbero sfruttare il lavoro del Comitato “Orgoglio Castelvetranese”?
Ci spiace tanto, ma non c’è nulla da festeggiare e farebbero bene in molti, che con troppo zelo si son dati a festeggiare e a millantare crediti inesistenti, a rendersi conto che tutti siamo stati sconfitti e che non conviene salire sul carro di chi ha, incontrovertibilmente, almeno il merito di avere svegliato tante coscienze castelvetranesi da un torpore civico inammissibile.

Vorremmo dire ai nostri amici sindaci del Belìce, al TDM, alla CGIL-CISL-UIL, a tutti i partiti politici dello schieramento di destra, sinistra, Lega e 5 Stelle e persino a quelli che fanno finta di non essere imbrigliati da esigenze di accordi politici e che poi si astengono dal voto in VI Commissione, di evitare di fare proclami per una vittoria di Pirro.
Proprio nel rivendicarne i deludenti risultati senza comprenderli, questi signori dimostrano di non avere fatto nulla o di avere contribuito al fallimento.

Noi li invitiamo ad unirsi al Comitato civico “Orgoglio Castelvetranese”, per impegnarci tutti trasversalmente e intestandoci tutti quanti la paternità corale, in una lotta ad oltranza per difendere il nostro ospedale del Belìce con iniziative che saranno comunicate e condivise sulla nostra pagina Facebook:

Pagina Facebook – Comitato Orgoglio Castelvetranese

per il Comitato Orgoglio Castelvetranese
Avv. Franco Messina, vice presidente.

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