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Economia, beni culturali e trasporti a Castelvetrano

Economia, beni culturali e trasporti a Castelvetrano

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Economia, beni culturali e trasporti a Castelvetrano

[di Giuseppe L. Bonanno] – Castelvetrano città di mafia, Castelvetrano piena di spazzatura, Castelvetrano città degli evasori, e via di questo passo. Vogliamo fare qualcosa per risollevarci?
In effetti, Castelvetrano, che fino alla metà del secolo scorso era delle città più attive e vivaci della Sicilia, oggi si presenta come una delle meno vivibili della regione, per quello che sembra un attacco concentrico proveniente da tutte le parti, provocato forse proprio dal timore che essa possa avere le potenzialità per decollare di nuovo, ma anche per l’ignavia degli abitanti.
Vorrei ricordare l’assoluta indifferenza degli abitanti rispetto a tanti eventi. Facciamo l’esempio della ferrovia. Essa faceva di Castelvetrano un centro importante di smistamento di viaggiatori e di merci, con numerosi impiegati e operai. Ma che importa? Noi camminiamo con la “machina”, qualunque prezzo abbia la benzina! E prima la linea per Palermo via Corleone e Partanna, poi quella per Agrigento, poi la Polizia ferroviaria, ora il blocco della linea per Palermo con lavori che sembrano non finire mai, ma che importa? Perdono il lavoro tanti impiegati della Despar… e che importa! Chiudono uffici, negozi, bar, che importa. Etc. etc. Non si riesce a capire che l’economia di un territorio è tutta collegata, per cui prima o poi si è tutti coinvolti.
Tanti altri esempi si potrebbero fare, ma veniamo a quello recente della possibile parziale ricostruzione del Tempio G di Selinunte. Da un punto di vista strettamente culturale, i pareri sono discordi, quel che è certo è che tale evento avrebbe un ritorno economico non indifferente, sia per l’impiego di tanti tecnici e operai sia per l’aumento notevole del flusso turistico a vantaggio di tute le attività: è plausibile, quindi, che ci siano contrari, ma non è plausibile fra i castelvetranesi, stante il degrado economico della città. Dove sono i giovani a Castelvetrano? A studiare, a lavorare o a tentare di lavorare al Nord o all’estero.
La Regione, inoltre, finora non ha certamente aiutato Castelvetrano, Selinunte, Marinella e Triscina (per la quale sarebbe occorsa una legge speciale di sistemazione e civilizzazione dell’esistente). Anni fa furono chiuse le Aziende e del Turismo e le Aziende autonome di qualche privilegiato comune. Si dovevano eliminare, quindi, le une e le altre per creare degli uffici di promozione territoriale, ad esempio quello del territorio selinuntino. Invece, nel silenzio generale, c’è stata una sovrapposizione alle vecchie strutture, chiamate ora “Servizi turistici”, ancora meno efficienti delle precedenti. Ma, al di là dell’efficienza, in altre zone insistono numerosi uffici di promozione turistica, mentre in provincia di Trapani ci sono soltanto gli uffici di Trapani città e di Erice, in provincia di Agrigento soltanto quello della stessa città, sicché nessun ufficio si occupa della zona selinuntina, da Mazara a Sciacca, anche questo nell’assoluta indifferenza della popolazione, ma anche degli operatori che tutto avrebbero da guadagnare da una presenza di tali strutture nel territorio.
Avremmo, inoltre, l’esigenza per lo sviluppo del territorio, di un efficace sistema di trasporti, da e per la Sicilia e all’interno della Sicilia stessa. Non è questa la sede per approfondire le problematiche a livello regionale, possiamo tuttavia avanzare qualche proposta che riguarda direttamente Castelvetrano. Sappiamo bene che anche su questo si dirà che non importa niente e che altri sono i problemi.
In un quadro di gestione corretta dei beni culturali, anche a fini turistici ed economici, ribadiamolo, grande importanza assume il trasporto pubblico. Il ripristino della linea Castelvetrano-Agrigento – almeno fino a Sciacca – consentirebbe di collegare fra loro i vari centri selinuntini, da Mazara a Sciacca, tramite l’utilizzazione della legge sulle ferrovie turistiche, ripristinando una linea con caratteristiche naturalistiche importanti (come è già stato fatto in altri luoghi di Sicilia, e in particolare nel tratto della stessa linea da Agrigento a Porto Empedocle, al servizio di quel Parco archeologico). Non è sufficiente il programmato ripristino da Marinella di S. al Ponte sul Belìce. Si creerebbe, così, inoltre, un’efficace metropolitana di superficie, creando le fermate Ospedale Est, Istituto Alberghiero, Vanico/zona commerciale, ripristinando Santa Teresa e Latomie e, ovviamente, le suddette Marinella di Selinunte e Belìce. Nella linea per Trapani si dovrebbero istituire anche le fermate Ospedale Ovest/Informagiovani e Via Campobello, incentivando così l’uso del treno, creando un sistema integrato di trasporti pubblici, che tanto potrebbe fare per il traffico e per lo sviluppo turistico ed economico del territorio. Si dovrebbe premere sugli Enti preposti affinché la fermata di Birgi sia servita da un autobus di collegamento con l’aeroporto per favorire l’arrivo di gruppi di turisti in tutta la zona.
Per gli stessi motivi, occorre sollecitare le FS per la riapertura della linea Castelvetrano-Palermo, ripristinando così anche la possibilità di raggiungere l’aeroporto di Punta Raisi col treno. Tali interventi contribuirebbero a risollevare l’economia del territorio, ma, temiamo, che, prima ancora dell’inefficienza della politica, ci sia da temere, come si diceva, l’ignavia dei cittadini.
 

di Giuseppe L. Bonanno

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